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Spigolature 2. Filosofia e diritto giusto

Sergio Conti • dic 04, 2022

Nell'ambito del filone dottrinale, che ha trovato ampio risalto negli ultimi lustri anche nella giurisprudenza, del “decidere per valori”, è di interesse lo scritto, in data 1 novembre 2022 - che qui segnalo -, di

Antonio CASCIANO: “Gustav Radbruch: il diritto come realtà che tende a servire la giustizia", reperibile al seguente indirizzo Web: www.centrostudilivatino.it/category/giuristi/


Nel sottotitolo si evidenzia che “La filosofia era per Radbruch la scienza dei valori, del dovere: nella logica filosofica si insegna il giusto pensare; nell’etica filosofica il giusto operare, nell’estetica filosofica il giusto sentire. La filosofia è, dunque, contegno valorizzante, in quanto, appunto, distingue vero e falso, bene e male, bello e brutto. La filosofia del diritto, in particolare, era da lui intesa non come la ricerca del diritto positivo che, come ogni opera umana, è una manifestazione della cultura e, quindi, oggetto della scienza giuridica, ma come ricerca del «diritto giusto», cioè del diritto che «deve essere». Il diritto è infatti «la realtà che tende a servire la giustizia».

Come “antipasto” del denso scritto del Casciano, che riassume il pensiero del Radbruch, riporto il passaggio che inquadra la tematica di studio del professore e politico (socialdemocratico) tedesco, nell'ambito del neocriticismo kantiano:

L’ispirazione di fondo della filosofia del diritto di R. proviene dal neokantismo sudoccidentale (Wilhelm Windelband, Heinrich Rickert, Max Weber e, soprattutto, Emil Lask), scuola di pensiero che, provenendo dalla filosofia della cultura e dalla teoria dei tipi ideali umani dello Spranger, rivestì un’importanza decisiva nella sua formazione spirituale e giuridica. Come tutti gli altri filosofi del neocriticismo, anche R. fu in netta antitesi con il positivismo e, in particolare, con il positivismo giuridico. Per il Nostro, infatti, il positivismo giuridico è «quella tendenza nella scienza del diritto che, partendo dal diritto positivo, con mezzi puramente intellettuali, senza un proprio sistema di valori, pensa di poter trovare una risposta ad ogni domanda giuridica».

Per una critica di “scuola formalistica” della teorica dei “valori” è di grande interesse il libro di N. Irti Un diritto incalcolabile 2016. Uno stralcio del quale è rinvenibile anche nel web:

www.studocu.com/it/document/sapienza-universita-di-roma/diritto-civile-i/un-diritto-incalcolabile-natalino-irti



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