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Spigolature 17. Diritto e forza "organizzata"

Sergio Conti • ott 13, 2023

Un viaggio nel pensiero di Karl Olivecrona – il più noto esponente della corrente del realismo scandinavo – sul rapporto fra il diritto e la forza.

Sostiene il filosofo del diritto svedese che:


“Secondo una antica e ben nota tradizione il diritto e la forza vengono considerati come due opposti: la forza in quanto tale viene contrapposta al diritto. Ma se si tiene conto dell’impiego estensivo che viene fatto della forza, sotto il nome di diritto, da parte dell’organizzazione statale, tale contrapposizione appare illusoria e non rispondente alla realtà. L’applicazione del diritto nella vita concreta implica sempre un certo grado di forza, sia pure di una specie particolare:

quella che viene usata contro i criminali, i debitori ed altri ancora se#condo le direttive impartite dal legislatore, è infatti una forza regolata ed organizzata. Ma nella sostanza non è possibile distinguerla dalla forza in genere. Il ladro e l’assassino usano la forza per commettere i loro delitti: ma non si può negare che la stessa forza viene diretta contro di loro al momento della punizione.

Il falso contrasto tra diritto e forza deriva da una concezione metafisica del diritto, dal diritto inteso come un potere sovrannaturale, come un potere vincolante che crea ed impone dei doveri. Questo potere vincolante superiore opposto alla forza, cioè al potere concreto.

Non appena ci si rende conto che il diritto non è altro che un insieme di fatti sociali, l’intera distinzione svanisce nell’aria. Il diritto include la forza, o meglio, in ogni Stato esiste un’organizzazione poderosa della forza che lavora secondo quelle regole che sono chiamate diritto. Per mezzo di tale organizzazione altre forme di forza vengono tenute a freno. La forza organizzata appare in una luce molto diversa da quella illegale: essa è sostenuta dall’opinione pubblica e circondata da un tradizionale senso di rispetto, perché è un elemento necessario per il nostro benessere e la nostra stessa esistenza. Ma è evidente che tutte queste considerazioni non alterano la sua natura oggettiva.”

… 

“i modi tradizionali di definire il rapporto tra il diritto e la forza devono venire abbandonati. In una concezione realistica è impossibile sostenere che il diritto è garantito o protetto dalla forza. La situazione reale è che il diritto – vale a dire l’insieme delle regole chiamate diritto – si compone principalmente di norme sull’uso della forza.”

“Nel diritto amministrativo si incontra un gran numero di norme che non riguardano direttamente l’uso della forza (ad esempio quelle sulla educazione e la salute pubblica, sulle comunicazioni, ecc.). In alcuni casi la forza è necessaria anche in questo campo, ma la

maggior parte delle norme di diritto amministrativo viene applicata dai pubblici ufficiali con altri mezzi. Tuttavia anch’esse presuppongono l’esistenza della forza organizzata e applicata in base alle norme del diritto civile e penale. Per quanto grande sia l’importanza che esse hanno assunto nella nostra epoca devono venire considerate come un’appendice del corpo centrale costituito dalle norme che regolano l’uso della forza.”


Secondo la visuale c.d. realista di Olivecrona:



“È certo che la vita sociale si deve basare sul diritto. Ma non su di un diritto concepito in senso metafisico, cioè su di un diritto immaginario che stia al di sopra dei fatti con la sua «forza vincolante». La vita sociale si basa sul diritto concreto, sul diritto come fatto, sul diritto inteso nella sua accezione più ampia, comprendente cioè anche la forza organizzata per mezzo delle regole giuridiche, le quali costituiscono il diritto in senso stretto.

Questa forza organizzata costituisce l’ossatura, la spina dorsale della comunità, ed è assolutamente necessaria. Non è possibile concepire una società – perlomeno nel mondo attuale – che non si basi sull’organizzazione della forza. Senza di essa non si avrebbe la minima sicurezza neppure della propria vita ed integrità fisica. Le riserve la#tenti di odio, di sete di vendetta e di illimitato egoismo presenti negli uomini esploderebbero immediatamente in maniera distruttiva, se

non fossero tenute a freno dalla presenza di una concentrazione di forza di gran lunga superiore a quella di qualsiasi singolo individuo o associazione privata. Gli uomini hanno bisogno della coercizione per vivere insieme pacificamente: ma la coercizione su di una scala così grande presuppone una forza invincibile.”


Gli stralci che precedono sono tratti dal testo “VALIDITÀ, DIRITTI, EFFETTIVITÀ Pagine di filosofia del diritto del Novecento a cura di Angelo Abignente, Fabio Ciaramelli, Ulderico Pomarici pubblicato da Editoriale Scientifica di Napoli 2010, che è rinvenibile online all'indirizzo https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/34168036 al capitolo intitolato Il diritto e la forza nel pensiero di Karl Olivecrona (gli scritti di Olivecrona sono tratti dal testo “Il diritto come fatto”, Milano, Giuffrè, 1967).

Riporto, infine, una osservazione di Olivecrona che, pur risalente alla metà del secolo scorso, mi pare di scottante attualità:


“Un motivo per cui gli effetti indiretti del diritto sono tanto trascurati è che il rapporto esistente tra il diritto stesso e le nostre azioni di ogni giorno nella maggior parte dei casi non è un rapporto diretto. Solitamente si interpongono uno o più anelli di congiunzione. Noi d’abitudine non impariamo le leggi a memoria per poter regolare il nostro comportamento secondo le loro prescrizioni, né consultiamo ogni giorno gli avvocati. L’influenza del diritto ci raggiunge attraverso molte altre vie. Una di queste è l’educazione che abbiamo ricevuto. Un’altra la stampa. Noi impariamo molto su ciò che è permesso o proibito attraverso i giornali. Talvolta viene usata la propaganda per divulgare qualche nuovo complesso di norme, ad esempio delle nuove regole sul traffico. Inoltre imitiamo le abitudini che si sono formate sulla base di qualche legge.

Numerose abitudini di questa specie si sono sviluppate e sono state acquisite soprattutto nel campo del commercio e dell’industria. Facciamo anche uso di forme standardizzate per i contratti, le cambiali, ecc. Come si vede i canali di informazione sono perciò numerosi.”






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