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Spigolature 8. Aldo Moro docente di filosofia del diritto

Sergio Conti • feb 11, 2023

Negli anni 1940/43, durante il secondo conflitto mondiale, il giovane Aldo Moro tenne, alla Facoltà di Giurisprudenza di Bari, il corso di Filosofia del diritto.

E' di grande interesse il saggio che propongo alla lettura - intitolato “Tra l’amore e il dolore: sulla filosofia giuridica e politica di Aldo Moro (I - Il periodo formativo) - di Mario Sirimarco, ricercatore presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo, pubblicato il 15 settembre 2022 nel fascicolo 3/2022 della rivista telematica Dirittifondamentali.it e reperibile all'indirizzo  http://dirittifondamentali.it/2022/09/15/tra-lamore-e-il-dolore-sulla-filosofia-giuridica-e-politica-di-aldo-moro-i-il-periodo-formativo/ ).

Lo studio così si chiude, riportando una pagina delle lezioni giovanili di Aldo Moro:


In una delle pagine più belle ed intense delle lezioni baresi il giovane Moro, con un pathos che ritroveremo solo nelle lettere dalla prigione delle Brigate Rosse, scrive:

“l’evoluzione storica di cui noi saremo stati determinatori, non soddisferà le nostre ideali esigenze; la splendida promessa, che sembra contenuta nell’intrinseca forza e bellezza di quegli ideali, non sarà mantenuta. Ciò vuol dire che gli uomini

dovranno pur sempre restare di fronte al diritto e allo Stato in una posizione di più o meno acuto pessimismo. E il loro dolore non sarà mai pienamente confortato. Ma questa insoddisfazione, ma questo dolore sono la stessa insoddisfazione dell’uomo di fronte alla vita, troppo spesso più angusta e meschina di quanto la sua ideale bellezza sembrerebbe fare legittimamente sperare. Il dolore dell’uomo che trova di continuo ogni cosa più piccola di quanto vorrebbe, la cui vita è tanto diversa dall’ideale vagheggiato nel sogno. È un dolore che non si placa, se non un poco, quando sia confessato ad anime che sappiano capire o cantato nell’arte o quando la forza di una fede o la bellezza della natura dissolvano quell’ansia e ridonino la pace. Forse il destino dell’uomo non è di realizzare pienamente la giustizia, ma di avere perpetuamente della giustizia fame e sete. Ma è pur sempre un grande destino”48

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48 A. MORO, Lo Stato, cit., pp. 7-8


Lo scritto è di rilievo sia sotto il profilo filosofico/politico sia sotto quello storico, dato che disamina anche il complesso rapporto fra intellettuali cattolici e fascismo.

Riporto anche l'incipit del saggio:


L’interesse e l’approccio filosofico allo studio del diritto sono costantemente presenti nelle opere giuridiche di Aldo Moro e, successivamente e fino alla sua tragica vicenda, nei suoi seguitissimi corsi universitari. Come ha ricordato il suo allievo prediletto Franco Tritto 1, i suoi corsi di Istituzioni di diritto e procedura penale prevedevano sempre una prima parte di teoria generale del diritto sui problemi del diritto e dello Stato che riprendeva molte delle riflessioni presenti fin dalle sue prime lezioni baresi di Filosofia del diritto che, anche per questo, assumono un ruolo centrale nella ricostruzione del pensiero giuridico e politico dello statista pugliese 2

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1 M. SIRIMARCO, Il diritto penale dal volto umano. Ricordando Francesco Tritto allievo di Aldo Moro, in M. SIRIMARCO (a cura di), Itinerari di cultura giuridica e politica. Omaggio a Francesco Tritto, Aracne, Roma, 2006.

2 A. MORO, Lo Stato. Corso di lezioni di Filosofia del diritto tenute presso l’Università di Bari nell’a.a. 1942-43, Cedam, Padova, 1943. Queste lezioni riprendono e sviluppano quelle svolte durante il primo corso tenuto nell’anno accademico 1940-41 (consultabili ma in una redazione curata presumibilmente da studenti presso l’Archivio Flamigni).

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